Rivoluzione AI: l’impatto sul mondo dell’intrattenimento (gaming e non solo)

La tecnologia ha visto negli ultimi anni una profonda evoluzione.

Rivoluzione AI: l’impatto sul mondo dell’intrattenimento (gaming e non solo)

La tecnologia ha visto negli ultimi anni una profonda evoluzione. A contribuire a questa rivoluzione del digitale ci ha pensato anche l’Intelligenza Artificiale. Una rivoluzione che ha toccato anche il mondo del gaming. Se si pensa infatti a quelli che erano i videogiochi negli anni ’80 e ’90, quando il fenomeno dell’esperienza videoludica ebbe un boom mondiale clamoroso, paragonata a quella che è oggi c’è da meravigliarsi. Oggi il realismo grafico dei videogiochi è impressionante, c’è una grande cura nei dettagli curati non solo nella grafica e negli scenari, ma anche nella costruzione della narrazione, nell’uso di musiche che rendono l’atmosfera, i contorni e le espressioni dei personaggi, ma anche ovviamente il gameplaying e l’esperienza di gioco in tutto il suo contesto. Un lavoro grandissimo per le aziende che oggi richiedono sempre più figure professionali ultra specializzate, per un flusso di lavoro lungo e minuzioso. Ma sono innovazioni e novità che non riguardano solo i giochi per console e computer da gaming, ma anche i giochi disponibili da browser e online, dove è possibile trovare anche piattaforme che replicano situazioni a partire dai giochi casino fino al bingo online, dai giochi di carte fino alle avventure arcade e narrative. E in tutto questo, in maniera evidente o meno evidente un ruolo fondamentale ce l’ha l’Intelligenza Artificiale.

L’AI nella realizzazione dei giochi

Ma come è possibile che l’AI abbia così tanta importanza nella produzione di giochi e di altri software? Innanzitutto bisogna pensare all’AI non solo per quello che vediamo e conosciamo superficialmente. L’AI non è solo quell’applicativo che permette di creare immagini o video fake oppure quel software che ci permette di fare i compiti a casa senza muovere neanche un dito. La rivoluzione dell’Intelligenza Artificiale è molto più profonda. Ci sono due aspetti, di base che dobbiamo considerare. Quello che viene riservato a noi utenti finali di un software o di un gioco e l’aiuto che l’AI fornisce in fase di progettazione e realizzazione dello stesso software.

Partiamo da quello della produzione.

Partiamo da quello della produzione. E partiamo dalle parole del CEO di Nvidia, il colosso dell’hardware informatico, Jensen Huang, che ha spiegato come l’AI possa automaticamente generare pixel da uno soloc creato dal programmatore e migliorare sensibilmente la qualità dei videogiochi. Ecco, la riposta è questa: l’AI genera in pochi minuti un lavoro che un essere umano farebbe in diverse ore, basta dargli le giuste indicazioni e istruzioni. Ovviamente con un risultato eccellente, alla pari quasi della realtà. Facciamo un banale esempio: un programmatore genera un pixel di grafica e l’AI ne produce in pochi minuti altri 32, con un realismo vicino a quello fotografico.

E per noi utenti finali?

E per noi utenti finali? L’AI permette di aprire automaticamente a scenari unici e singoli nei videogiochi ad esempio. Quando giochiamo, infatti, il programma costruito in una certa maniera risponde a determinati input preordinati in fase di programmazione. Facciamo l’esempio di un videogioco di Formula1. Sono su un rettilineo, mi avvicino ad una curva e ho l’opportunità di superare un avversario. Normalmente l’avversario virtuale frena o si sposta per farmi passare perché sono messo meglio nella traiettoria. Con l’AI la risposta della macchina avversaria potrebbe non essere così scontata e, a seconda del circuito, delle condizioni meteo, dell’usura delle gomme e di altri parametri, potrebbe decidere di reagire diversamente e magari tentare di stringermi per non farmi sorpassare. Ecco cosa fa l’AI. In pratica pensa autonomamente al da farsi in base a quella singola, particolare situazione.

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