La divina Roberta Gemma, il trionfo dell’eros

È cominciato tutto per gioco. Prima con gli spettacoli erotici, poi la proposta di una produzione con annesso biglietto aereo, produzione che ha dato il la alla carriera di Roberta Gemma.

Il primo bacio a quindici anni, così come il primo rapporto. Se non fosse stata una pornostar, molto probabilmente avrebbe fatto la parrucchiera. È cominciato tutto per gioco. Prima con gli spettacoli erotici, poi la proposta di una produzione con annesso biglietto aereo. Da lì il via alla carriera di Floriana Panella, indelebile nell’immaginario del maschio italico come la divina Roberta Gemma.

La strada del successo passa anche per i no.

«Nella mia vita e nella mia carriera ho saputo dire di no. E quei no, alla lunga, si sono rivelati la decisione migliore. Ho sempre valutato e continuo a valutare molto attentamente le proposte che ricevo e, se non mi convincono fino in fondo, la risposta è no grazie. Ricordo quando nel 2005 Tinto Brass mi scelse per il ruolo di protagonista nel suo ultimo film Monamour. Dopo aver sentito di cosa si trattava, gli risposi che la proposta non faceva per me e non accettai. Scelsi invece di intraprendere la carriera dell’hard e l’anno seguente, col primo film, vinsi l’Eroticline Award come Miglior esordiente internazionale. Da lì, di Oscar del cinema porno, ne ho vinti otto in nove anni.»

Alle origini dell’eros.

«Se oggi sono Roberta Gemma, lo devo a mio marito Roberto che, anche in qualità di manager e fotografo personale, ha sempre stimolato la mia vena artistica. Aspetto questo che si è poi manifestato negli spettacoli erotici. Dopo aver fatto per quindici anni danza moderna, è stato naturale esibirmi davanti a un pubblico, anche se in un contesto diverso da quello a cui è solitamente abituata una ballerina. Gli stimoli giusti in un momento storico-sociale con tante opportunità. Se fosse stato oggi, avendo la stessa età degli esordi, di certo non avrei mai iniziato. Troppa inflazione, una competizione sleale, richieste assurde.»

Quella qualità nelle produzioni, che l’ha resa l’icona hard più amata dagli italiani e che adesso si è persa.

«La qualità delle produzioni dipende dalla casa, il Club Gemma le fa come si deve. Alla base del prodotto ci sono sempre gli attori e le attrici, ma oggi purtroppo scarseggiano.»

Oltremodo presente e generosa nella realtà dei sensi, la Gemma nazionale vanta le invidiabili misure di 100-60-88 e un busto realizzato dallo scultore Domenico Annicchiarico.

«Di me ormai si conosce tutto e ho fatto di tutto: dal cinema alla radio, dai web tutorial ai video musicali. Credo di essere un’artista completa. Ma, se qualcuno volesse avanzare nuove proposte, che ben vengano!»

Esercita un irresistibile effetto diva che funge un po’ da barriera protettiva.

«Anche quando esco vicino casa, nonostante vada abbigliata con cappuccio, occhiali e tuta, mi piace essere riconosciuta e che la gente si approcci a me con lo stesso atteggiamento di chi si accosta a qualcosa di irraggiungibile. Poi, dismessi i panni di Roberta Gemma, Floriana è rimasta la ragazza genuina di sempre, che non potrebbe mai fare a meno dei suoi gatti e di suo marito.»

Una donna che marca il proprio territorio. Gelosia? Sì grazie.

«Roberto dice sempre: “Ma tu come l’hai guardato?”. Perché non c’è bisogno di parlare, già dallo sguardo s’intuisce tutto. Quanto a me, sul lavoro chiaramente non potrei esserlo, ma nel privato sono una donna gelosa del mio uomo. Non si tratta di una gelosia morbosa né ossessiva, che denoterebbe insicurezza, ma se sbaglia lo gambizzo!»

Si scorge il lato più intimo e personale dell’attrice, apprezzandone soprattutto l’impegno nella sua battaglia contro l’anoressia e contro la diffusione dei falsi miti legati alla sfera della bellezza. Una donna risoluta che crede fermamente nel diritto alla sessualità di ognuno e alla sicurezza delle donne. Prostituzione sì, ma nelle case chiuse.

«Sono per la riapertura delle case chiuse. Per tutelare i diritti delle donne che scelgono liberamente di prostituirsi, per questioni di maggiori pulizia e igiene (in strada, purtroppo, c’è di tutto e di più) e specialmente per motivi di sicurezza. Mi metto anche nei panni di quegli uomini che non hanno una donna accanto o non vengono appagati dalle proprie mogli. Dovranno pur sfogarsi da qualche parte! Allora, quando vanno con le altre, sono semplicemente alla ricerca di quel po’ di piacere – a pagamento – che non riescono a trovare a casa. E non ci vedo niente di male.»

E adesso sesso!

«Nella vita privata, una sola posizione fatta bene. Nell’ambito lavorativo, invece, le cose cambiano. Il come e il quando lo decidono gli altri ma, con chi farlo, è dal 2006 che lo scelgo io. Quanto al dove, ovunque: dall’ascensore a bordo piscina, al ramo di un albero, sulla spiaggia. Ogni posto è buono.»

Pose sensualissime, dalle quali emerge un’immagine della gemma del cinema a luci rosse assai intrigante. La volgarità è negli occhi di chi la osserva.

«La linea di confine della volgarità è sottilissima. Sono più eleganti le copertine dei miei film hard di certe pose che ritraggono ormai sempre più ragazze su Instagram. Solo che, nei confronti di una pornostar, c’è sempre il pregiudizio. E, nel mio caso, anche tanta invidia.»

In fondo, l’amara consapevolezza che, inevitabilmente, arriverà quel giorno in cui dovrà smettere, non tanto con le scene adult, quanto piuttosto con gli spettacoli.

«Ma intanto… eccomi qui, pronta a cavalcare il palco.»

@RobertaGemmaOfficial

 

@robertagemma.it

 

clubgemma.com

Gino MorabitoRoberta Gemma