America’s Cup: velisti o piloti? Le dotazioni di sicurezza dell’equipaggio

Alzi la mano chi, in questi ultimi due mesi, non ha visto un’immagine o un video relativi all’America’s Cup… Chi non segue questo sport si sarà sicuramente chiesto il perché, chi è a bordo delle barche assomiglia più ad un pilota di F1 piuttosto che ad un velista. Caschi, interfoni, gusci protettivi si scontrano con quello che è lo stereotipo comune di vela e di velista.

La risposta del perché i membri degli equipaggi siano così abbigliati, è semplice: gli scafi degli AC75 di America’s Cup sono barche che sfrecciano a velocità impensabili fino a qualche anno fa. Si possono tranquillamente toccare i 100 km/hr e scuffiare (ribaltarsi in gergo velico) non è così improbabile. Ne sa qualcosa American Magic che ha pagato a caro prezzo una scuffiata proprio contro la barca di Luna Rossa.

Pertanto si è dovuto agire di conseguenza e studiare per i membri dell’equipaggio, tutta una serie di dotazioni di sicurezza atte a minimizzare il rischio di infortuni in caso di incidenti. Vediamo assieme in cosa constano.

Membri del team di Luna Rossa con l’equipaggiamento da regata. (Credits: Ufficio Stampa Luna Rossa Prada-Pirelli Team)

Casco.

Ogni membro dell’equipaggio indossa obbligatoriamente un casco. Questo è numerato in modo da poter individuare subito chi manca all’appello in caso di scuffiata e concentrare le ricerche su di esso.

Maschera.

La maschera ha il compito di proteggere gli occhi dai numerosi schizzi d’acqua che investono in ogni regata l’equipaggio. La lente, che può essere sostituita in base alle condizioni presenti sul campo di regata, ha anche il compito di proteggere dalla forte radiazione solare.

La muta.

E’ realizzata in neoprene su misura per ogni singolo velista; impermeabile, ma fortemente traspirante incorpora protezioni sulle ginocchia utili per proteggerle in caso di urto o caduta.

Guscio salvagente.

Anche il giubbetto salvagente, (obbligatorio in tutte le categorie veliche) in questo caso svolge una duplice funzione. A quella ovvia di salvagente si aggiunge quella protettiva. Lo speciale polimero di cui è costituito assicura un’ottima protezione al torace in caso di urto o caduta ad alta velocità in mare. Allo stesso tempo, il giubbetto, estremamente leggero permette la totale libertà di movimento.

Riserva d’aria.

Tutte le figure di bordo indossano una piccola riserva personale d’aria: questa ha il compito, in caso di scuffiata o di caduta, di fornire, attraverso un’erogatore da sub aria al velista in mare qualora ne avesse bisogno. La piccola bombola è alloggiata nella tasca posteriore del giubbetto mentre l’erogatore è fissato vicino al collo.

Jimmy Spithill, timoniere di Luna Rossa (Credits: Ufficio Stampa Luna Rossa Prada-Pirelli Team)

Camel Bag.

Nella parte posteriore del giubbetto di salvataggio trova posto una piccola riserva idrica. Attraverso una cannuccia, ogni membro dell’equipaggio può dissetarsi durate la regata con acqua o sali minerali.

Coltello personale.

Ogni velista porta sempre con se un coltello personale; questo può tornar utile per liberarsi da cime o altri impedimenti. Trova posto nella tasca sul petto, subito sotto all’erogatore d’aria. Diversi altri coltelli sono presenti a brodo e opportunamente segnalati.

Interfono.

Ogni membro dell’equipaggio è dotato di un sofisticato interfono con un sistema attivo di riduzione del rumore di fondo che permette una ottimale comunicazione anche alle alte velocità.

Un’occhio al peso.

Tutta la dotazione di sicurezza sopra elencata, non può,  per regolamento superare i 5 kg di peso. I più evoluti e leggeri polimeri non sono dunque utilizzati solo sullo scafo, ma trovano impiego anche per l’abbigliamento tecnico dei membri dell’equipaggio.

Tutti gli speciali di LiveMedia24 dedicati alla 36ma America’s Cup.

Roberto Tommasini per LiveMedia24

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