Nella gara più intrigante della stagione, Lewis Hamilton ha conquistato nel GP di Turchia il suo settimo titolo con una vittoria di gara, che ha confinato i suoi avversari a mezzo minuto.
Nelle qualifiche del Gran Premio di Turchia, Lewis Hamilton ha pagato quasi 5 secondi dal tempo di Lance Stroll e rimediando la sesta posizione sulla griglia. Ma nonostante questo risultato infelice del sabato, Lewis Hamilton è riuscito a vincere la gara di domenica; e non da ultimo, il settimo titolo iridato, tagliando il traguardo con oltre 30 secondi di vantaggio sulla Racing Point di Perez. Dalla polvere alle stelle, in meno di 24 ore, e la scarsa prestazione in qualifica è stata in realtà il fattore chiave del successo del britannico.
Questa è stata forse la gara più intrigante di una stagione altrettanto intrigante. Lewis Hamilton ha conquistato il settimo titolo in grande stile con una vittoria che ha lasciato il più vicino dei suoi rivali a mezzo minuto. Eppure dopo le qualifiche del sabato sia Lance Stroll che Max Verstappen erano stati circa 5s più veloce della sua Mercedes.
Un problema di temperatura sulle gomme posteriori, alla base delle prestazioni deludenti della Mercedes in qualifica.
Il notevole cambio di forma da sabato a domenica ha avuto a che fare con le temperature delle gomme posteriori, che la Mercedes non è stata in grado di portare in temperatura nei pochi giri delle qualifiche, situazione che invece si è ribaltata in gara. Una volta raggiunta la soglia di temperatura cruciale, la Mercedes W11 è tornata ad essere l’auto più veloce ed Hamilton ha fatto poi il resto.
Lewis Hamilton in azione durante il GP di Turchia (Foto DPPI/LivePhotoSport)
Perché la Mercedes stava faticando così tanto all’inizio? Hamilton ha dato alcuni indizi prima della gara. “La direzione in cui abbiamo sviluppato la nostra auto e quello che abbiamo chiesto nel corso degli anni, seguiva l’andamento del calendario. Negli anni passati in questa parte della stagione saremmo a Singapore o in Brasile; luoghi dove generalmente ci sono temperature più calde che fanno scaldare, anche troppo in certe circostanze, le gomme posteriori. Ma quest’anno siamo in Europa dove fa più freddo e dove noon possiamo mantenere la temperatura nello pneumatico posteriore. Non voglio invertire la tendenza, perché questa macchina potrebbe fare tutto il giro di Singapore con le gomme e se fossimo a Singapore in questo momento saremmo in vantaggio.”
Il direttore tecnico del team, Andrew Shovlin, ritiene che, col senno di poi, alcuni cambiamenti potrebbero aver alleviato il problema in qualifica. “Non so come andremmo se tornassimo in qualifica ora. Mi piace pensare che avremmo fatto un lavoro migliore; ma è un po’ una dichiarazione audace per noi dire che saremmo stati cinque secondi più veloci, o avremmo lottato per la pole o girato sugli stessi tempi di Verstappen.
Ma i cambiamenti che ci è stato permesso di apportare il giorno della gara, con il cambiamento delle condizioni climatiche, hanno sicuramente aiutato. Puoi influenzare la quantità di calore nelle ruote utilizzando l’energia dai freni per esempio. Stavamo lavorando duramente per mantenere le temperature durante il giro di formazione e in uscita dai box; ma quando fa freddo puoi avere delle temperature inferiori anche di due o tre gradi e questo può fare la differenza tra farli funzionare o ritrovarti una gomma dura come la plastica che non fa presa. Non c’è bisogno di fare molto per passare da una fase all’altra, ma oggi sembrava che fossimo abbastanza normali, in termini di capacità di farli funzionare. Alcuni sono stati più bravi di noi, ma eravamo certamente in partita, mentre sabato, non stavamo facendo un ottimo lavoro”.
Indipendentemente da quanto bene il team ha mitigato gli effetti, il problema è sorto in un punto di forza della Mercedes W11, come alludeva Hamilton. La Mercedes può usare gli pneumatici per uno stint più lungo rispetto alla Red Bull, con meno degradazione della gomma stessa.
Questo è il risultato di anni di sviluppo e viene storicamente da una base nel 2012-13 dove la Mercedes era troppo severa sulle gomme posteriori. Questo problema non poteva essere risolto modificando semplicemente l’assetto della vettura, ma si doveva intervenire più pesantemente, stravolgendo completamente il progetto della vettura.
Fondamentale portare a corretta temperature le coperture; Bottas non c’è riuscito, e questo si è concretizzato con il 14° posto e ben 6 testacoda.
Valtteri Bottas, con l’altra Mercedes, ha fatto vedere la netta differenza tra il portare in temperatura le gomme e non; giungendo 14° al traguardo e collezionando ben 6 testacoda. La sua monoposto aveva riportato dei danni all’anteriore dopo aver colpito Ocon durante il primo giro alla Curva 9. Bottas si è ritrovato una vettura difficile da guidare e che faticava conservare la temperatura ideale delle gomme; trascorrendo almeno 49 dei 58 giri di gara cercando di mantenere nella giusta temperatura le gomme, che si raffreddavano ogni volta che il pilota effettuava una curva.
Valtteri Bottas sotto la pioggia del GP di Turchia (Foto DPPI/LivePhotoSport)
Man mano che la gara andava avanti e ci si avvicinava alla fine, le condizioni meteo miglioravano tanto che Bottas è riuscito a strappare il secondo giro più veloce della gara negli ultimi giri sfruttando soprattutto delle temperature più alte sia di asfalto che di pneumatici.