Motocross: Antonio Cairoli, compie 35 anni ma non si arrende e cerca il decimo Mondiale.
35 anni e (quasi) non sentirli, ma Antonio Cairoli, (sito ufficiale: www.tonycairoli.com) il più grande campione di motocross di tutti i tempi, cerca, con tutte le sue forze, il decimo titolo mondiale.
Che lo sport nazionale sia il calcio, non ci piove, che ciclicamente grandi campioni di altre discipline salgano (meritatamente) alla ribalta, anche. Due nomi a caso: Alberto Tomba e Marco Pantani. Chi di noi li ha scordati?
Scusi… ma chi è quel pilota che ha vinto nove mondiali?
Ma c’è un’uomo, un campione, di cui la maggior parte degli Italiani ignora l’esistenza: quest’uomo è Antonio Cairoli: Professione, pilota di motocross.
Si, proprio uno di quelli che gira in piste piene di polvere o fango con moto che passano più tempo con le ruote in aria che a terra. Non un pilota qualsiasi, uno che ad oggi ha vinto per nove volte il titolo mondiale.
L’età per lui avanza, lo scorso 23 settembre ha spento infatti 35 candeline, ma nonostante il mero dato anagrafico, Tony si batte come un leone ad ogni gran premio.
Dieci titoli mondiali: il suo tarlo nella testa.
Il suo obiettivo è chiaro: vincere anche il decimo titolo. Cambierà qualcosa per Antonio “Tony” Cairoli? nel caso in cui arrivasse?
Assolutamente no, rimarrà ancora il campione semi-sconosciuto, ma a lui non importa, lo vuole e basta; Lo vuole per se e per i suoi affezionati tifosi che in anni di pace lo seguono pressoché ovunque. Non lo cerca per le masse, perché è conscio che queste si interesseranno di altro, come del resto hanno sempre fatto fino ad ora.
17 anni in massima serie, 255 GP disputati, 91 vittorie, 170 podi. Scusate se è poco.
Antonio Cairoli, siciliano di Patti, bazzica nel mondiale motocross dal 2004. In 17 anni, ha disputato 255 gran premi, in 91 di questi ha chiuso da vincitore, in 170 è andato a podio.
Ma “Tony” perché tutti lo chiamano così, detiene un record che nessun altro pilota può permettersi di vantare: da 17 anni a questa parte, ha sempre vinto almeno un gran premio a stagione.
Anche tra i piloti in tracciato nessuno è arrivato a tanto: c’ha provato Daniel Pedrosa, ma si è fermato a 16.
Nemmeno Sebastian Loeb, pietra miliare del rally è arrivato a tanto, nonostante i suoi nove titoli iridati consecutivi.
35 anni sentenzia la carta d’identità, ma lo stesso Cairoli ammette di non sentirli e di divertirsi ancora come quando aveva appena iniziato.
Non lo nasconde il suo obbiettivo, la caccia al suo decimo titolo mondiale è alla luce del sole.
Già lo scorso anno era sulla buona strada, doppia vittoria sul circuito virgiliano di Mantova, condizioni fisiche al top, 40 punti di vantaggio su Tim Gajser.
Era un treno in corsa il siciliano; Ma l’impensabile accade durante il GP di Lettonia, una brutta caduta, di quelle che capisci subito che ti sei fatto male sul serio.
Antonio si rialza e si tiene la spalla. Lussazione scrive il referto medico, stagione finita e conquista del decimo titolo rinviata al 2020.
La stagione in corso, stravolta dal CoVid, non stravolge però le ambizioni di Cairoli, che parte subito a tutta nei primi due gran premi prima dello stop.
Il programma delle gare viene rivisto e concentrato, si corre anche tre volte in una settimana, gravoso per un pilota di 20 anni, figuriamoci per uno di 35.
Invece no, Cairoli è li, sul pezzo, incazzoso come non mai, ma allo stesso tempo più razionale, perché l’età (e la nascita di un figlio) un po lo condiziona.
Non si butta più a bomba nella mischia della partenza, cerca di starne fuori dalle portellate che i giovani piloti non si risparmiano pur di guadagnare una posizione all’uscita dalla prima curva.
Preferisce correre in rimonta, anche se a volte è difficile; Fino a qualche anno fa, i piloti da temere e che battagliavano per il mondiale li contavi sulle dita di una mano, ora sono la stragrande maggioranza.
Il livello della MXGP si è alzato in maniera esponenziale, ma Tony non si fa intimorire e uno dopo l’altro, li passa.
Al termine della “bolla” italiana, Cairoli è secondo in classifica generale, a soli 11 punti da Tim Gayser.
Perde qualche punto in Spagna, anche in questo caso per una partenza non proprio tirata al mille, ma ugualmente è sempre lì, che soffia sul collo di Tim Gayser.
Ora gli aspettano tre gare a Lommel in Belgio, un tracciato non propriamente a lui congeniale. Antonio li, dovrà soprattutto contenere i danni per poi prepararsi a piazzare la stoccata decisiva.
Tutto si giocherà negli ultimi tre gran premi di Pietramurata in programma nella prima settimana di novembre; E’ li il siciliano dovrà dare tutto quello che ha in testa e nel polso destro.
Il circuito dell’alto Garda lo ha visto già tante volte sul gradino più alto del podio, e per pura coincidenza (l’MXGP del Trentino era inizialmente in programma ad aprile) il suo decimo titolo mondiale potrebbe vincerlo proprio in Italia, il suo paese, che tanto ama, ma che non gli ha mai dato il giusto risalto.
Causa restrizioni CoVid , saranno pochi i tifosi che potranno incitarlo lungo il tracciato trentino, e cosa che a lui peserà maggiormente, nessuno potrà stringergli la mano o farsi un selfie con lui nel paddock, e di questo Tony ne soffrirà parecchio, perché per lui, il rapporto stretto con il tifoso era all’ordine del giorno.
A questo punto, davvero non ci resta che sperare di vedere il cartello esposto all’ultimo giro dal suo fedelissimo meccanico Nazareno Properzi; quello che recita “stasera carbonara”
È il messaggio (nemmeno tanto cifrato a dir la verità) che indica che l’ultimo giro lo sta per iniziare da leader e che la vittoria è vicina.
E il futuro? Magari vincere il decimo mondiale e fare il padre a tempo pieno?
Ma nemmeno per idea: Cairoli è stato chiaro, nel 2021 è certo che il circo dell’MXGP dovrà ancora fare i conti con lui. E sempre per sua diretta ammissione, un pensiero a correre anche nel 2022 lo sta già facendo.
Ancora tanto Cairoli, ancora tante pagine vuote da riempire nel libro dei campioni.
Qui la classifica aggiornata del mondiale motocross.
Roberto Tommasini per LiveMedia24