Pietro Romano: amo donarmi al pubblico

Cresciuto in una famiglia dove lo spettacolo era di casa, Pietro Romano ci racconta la sua partecipazione in "Next".

Accogliamo Pietro Romano, attore per passione e per amore di “famiglia”, che presto avremo modo di vedere al cinema in “Next”, ad opera di Giulietta Revel.

Pietro Romano è più che consapevole di ciò che ha ottenuto dalla vita, dal suo mestiere, e di ciò che ancora potrà riservargli la vita.

“Next” rientra tra le esperienze importanti. Quelle esperienze che Pietro porterà con sé, legate al cinema, ad un vissuto anche personale.

Ti ringraziamo per aver accolto l’invito di LiveMedia24, Pietro, come stai? 

Sto davvero bene, grazie! Dopo l’arresto forzato dovuto alla pandemia, pare che tutto stia riprendendo, in piena regola. Per noi artisti sono stati anni complessi, vissuti nell’incertezza, ma siamo tornai e questo basta. Guardiamo avanti con ottimismo.

Potremo vederti presto al cinema in “Next”, ad opera di Giulietta Revel. Come si è sviluppato il tutto e cosa puoi anticiparci a riguardo? 

Questo ruolo è arrivato tramite una concatenazione di eventi, se così vogliamo definirla. Sono lusingato del fatto che una giovane produzione abbia pensato a me e che vi sia un cast così importante ad accompagnarmi: Paolo Conticini, Alessandro Haber, Barbara Bouchet, Fabio fulco e molti altri, così come la stessa Giulietta Revel. Devo grazie a Daniela Terreri, amica e collega, se Giulietta, sua amica, ha scelto di venirmi a vedere in teatro, per poi propormi il ruolo che ho in “Next”.

Devi la passione per la recitazione alla tua famiglia, a ciò che sin da bambino ti è stato trasmesso..

Si, a casa mia era come vivere tutti i giorni un “chi è di scena”, vuoi per mia mamma impegnata nella lirica, o per mio padre, impegnato anche nella recitazione, al cinema. Un’arma a doppio taglio tutto ciò, in talune occasioni, ma è il mestiere più bello che potessi scegliere. Un mestiere fatto di sacrifici, di popolarità, quando si ha la fortuna di ottenerla. Avevo soltanto undici anni quando cominciai ad occuparmi di ciò. I primi impegni furono al Teatro dell’Opera.

Dal 12 aprile sarai in scena al Teatro Tirso di Molina, Roma. Presenterai al pubblico “Il malato immaginario”. Una nuova esperienza, ancora una volta dinanzi al pubblico che tanto ami. Cosa puoi dirci a riguardo? 

Il mio percorso artistico è da sempre delineato da trasposizioni dialettali dei classici in dialetto romanesco. “Il malato immaginario” rappresenta un qualcosa di straordinario, se di opere si parla, in grado di offrire molti requisiti. Prodotta da Aurora Produzioni, si ride a crepapelle. Affinché ciò avvenga, non è sufficiente che sia forte il protagonista, l’autore, il regista: è necessario un cast d’eccezione. Al mio fianco, dunque: Carmelo Cannata, Francesca Ceci, Lallo Circosta, Antonio Covatta, Beatrice D’Arienzo, Riccardo Graziosi, Giulia Romano. Il mio ruolo sarà quello di Argante. Amo donami al pubblico e non vedo l’ora che ciò accada.
Cosa prevede il tuo futuro artistico? 
Al momento mi limito a continuare a sognare il cinema, sperando di poter affiancare dei grandi maestri del nostro tempo. Saprò dirvi di più in futuro.

 

Alessia Giallonardo per LiveMedia24

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