Stefano Chiantini: la mancanza di empatia è tra i mali della società

Un film pronto a spronare cuori e menti altrui, "Supereroi", ad opera del regista Stefano Chiantini, con un cast degno di nota.

Una nuova regia per Stefano Chiantini che ci parla di “Supereroi”, un progetto capace di spronare tutti coloro che avranno il piacere di vederlo.

Certo che la mancanza di empatia sia tra i peggiori mali della società, il regista ci racconta della scelta di alcuni attori presenti nel suo progetto, così come delle scelte che lo portano a realizzare determinate tematiche.

Vi lasciamo alle parole di Stefano Chiantini, a questa nostra intervista.

Ti ringraziamo per aver accolto il nostro invito, Stefano. Parliamo di “Supereroi”, il tuo ultimo film, un progetto a cui tieni particolarmente. Cosa puoi dirci a riguardo?

I miei film sono soliti prendere forma a piccoli passi, andando così a mettere insieme i frammenti che prendono poi vita quasi inconsapevolmente. Il progetto si è sviluppato attraverso diversi input che mi hanno circondato nel corso del tempo. Situazioni che mi portano a costruire, successivamente, una storia.

Da cosa ne deriva, invece, la scelta degli attori da inserire nei tuoi progetti?

Mi aiuta l’istinto, per lo più, la voglia di lavorare con determinati attori e attrici in un dato periodo. Realizzo dei veri e propri incontri con tutti loro, non dei provini. È accaduto con Edoardo Pesce, con cui volevo collaborare da tempo, ed anche con Barbara Chichiarelli. Un desiderio realizzato.

A cosa corrisponde, a tuo parere, il male peggiore della società?

Lo associo all’egoismo, alla mancanza di empatia da parte degli esseri umani.

Quale messaggio intendi lanciare all’interno di questo film?

È sempre il tempo ad aiutarmi a trovare qualcosa di adatto da dire nei miei film. L’amore, in questo caso, guida tutto nel rapporto che si è venuto a creare in un rapporto genitore e figlio.

Quali sono stati i “Supereroi” della tua vita?

La mia famiglia, i miei fratelli e tutti coloro che hanno vissuto e vivono una quotidianità difficile come lo è stata la nostra.

Come ti ha spinto ad avvicinarti alla regia?

Provengo da una famiglia dell’Abruzzo in cui non si respirava affatto quest’aria. Era necessario risollevare le nostre sorti di giorno in giorno e le mie giornate erano scandite dalla visione di alcuni film all’oratorio. Questo mi ha portato ad appassionarmi sempre più a questo bellissimo mestiere.

Stefano, che periodo stai vivendo?

Un periodo molto positivo, lavorativamente parlando. A novembre uscirà nelle sale “La madre” e non posso che esserne soddisfatto.

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?

C’è un nuovo progetto cinematografico in cantiere, una storia che racconta di una famiglia. Si rifà ad alcuni accadimenti legati alle mie zone…

Alessia Giallonardo per LiveMedia24

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