
The Dissident: la nostra recensione
Le accese proteste del 1968 in Ucraina per richiamare lo stesso anelito di libertà di un popolo martoriato dalla guerra e dall'oppressione russa.
Nel cuore dell’Ucraina
Tra i premi di Torino Film Festival, Menzione a Dissident degli ucraini Stanislav Gurenko e Andrii Al’ferov. I due giovani registi confezionano un film toccante e complesso che penetra nelle dinamiche sociali ed ideologiche dell’Ucraina negli anni 60, per riflettere sulle ferite attuali di una popolazione da tempo insofferente all’oppressione russa ed ora in guerra per la libertà e l’autodeterminazione.
I registi
Stanislav Gurenko
(Kiev, 1987) ha studiato presso il Global Cinematography Institute di Los Angeles. Ha diretto molti videoclip musicali e spot pubblicitari e nel 2016 ha realizzato un documentario, Dustards, vincitore di numerosi premi. Nel 2024, ha co-diretto con Andrij Al’ferov il lungometraggio Dissident.
Andrii Al’ferov
(Ucraina) è un critico cinematografico, curatore, regista e produttore. Membro della Fipresci, ha curato diverse mostre, scritto per numerose riviste e pubblicato il libro Flights in Dreams and Reality (2020). Nel 2024 dirige con Stanislav Gurenko il film Dissident. A Torino Film Festival racconta la genesi del film. Si è inspirato infatti ” Alla sorella del nonno, una dissidente”. Assieme ad Oleksandr Kačan e Vladislav Micovśkij ha scritto la sceneggiatura, attingendo dalla storia della propria famiglia ma trasformando il narrato nello spaccato di una epoca di cambiamento cruciale per il popolo ucraino e per il dissenso nei paesi del Patto di Varsavia.
Il film
Dissident ha avuto una lunga gestazione. L’idea della sceneggiatura è del 2011, però solo nel 2021 sono iniziate le riprese, grazie al sostegno economico del Fondo per il Cinema Ucraino. La post produzione è del 2022 come l’inizio dell’ aggressione russa. Il primo montaggio è avvenuto sotto i bombardamenti, tra mille difficoltà dovute anche al fatto che coregista e scenografo sono dovuti andare al fronte e i finanziamenti, per forza di cose, sono stati congelati.
Il protagonista del film è Oleg (Oleksandr Pryščepa), un ex soldato che ha combattuto sia contro la Germania nazista che contro l’Unione Sovietica comunista per l’indipendenza dell’Ucraina durante la Seconda Guerra Mondiale. Grazie a un’amnistia, viene rilasciato da un campo di prigionia e torna in Ucraina. Ma il suo animo inquieto gli impedisce una serena accettazione della sudditanza ucraina al giogo russo, nell’anno (1968) in cui la protesta dilaga in Cecoslovacchia e sono ancora freschi gli atti della repressione ungherese si consuma il suo fiero dissenso.
Suddiviso in 4 capitoli (moglie, amico, fede, fuoco), Dissident colpisce per l’abile regia e una fotografia originalissima in cui l’immagine è distorta, quasi come si fosse usata una lente a occhio di pesce. Si percepisce una certa frettolosità nel delineare i personaggi secondari, funzionali, nella relazione con il protagonista, alle dinamiche psicologiche che lo conducono alle sue scelte. Nel complesso il film colpisce per l’originalissima tecnica e per il valore civile del messaggio, a dire degli autori, attualissimo che potrebbe essere una valida fonte di mediazione culturale.

Emma Borella per http://LiveMedia24.com
I commenti sono chiusi.