NAPOLI-NEW YORK, la recensione
Il nuovo film di Gabriele Salvatores, un'inedita favola felliniana, portata sui grandi schermi.
Napoli-New York al cinema dal 21 novembre.
Con ancora un discreto pubblico, Napoli-New York, l’ultimo film di Gabriele Salvatores, uno dei maestri del cinema italiano, premio Oscar (nella categoria Miglior Film Straniero) per Mediterraneo (1991) resiste nelle sale in questi ultimi giorni di dicembre.
L’interesse per il tema della fuga non è nuovo per il regista e sceneggiatore napoletano, classe 1950. Già nella trilogia che lo ha reso famoso: Marrakech Espress 1989, Turné 1990 ed il citato Mediterraneo, il viaggio è un altrove benefico, necessario a superare ostacoli che possono rendere la vita difficile. Allo stesso modo l’attenzione per l’infanzia con il suo universo magico è fonte di ispirazione di opere premiate e con un buon riconoscimento di pubblico quali: Io non ho paura 2003, Il ragazzo invisibile 2014 con il sequel Il ragazzo invisibile – seconda generazione 2018.
Non è difficile quindi comprendere l’entusiasmo provato da Salvatores nel momento in cui è venuto in possesso di una storia scritta da Federico Fellini e Tullio Pinelli, di cui si sapeva poco o niente. Nelle note relative al suo nuovo film Napoli- New York il regista dichiara che gli è sembrato meraviglioso: “Quando poi ho letto questo trattamento-sceneggiatura di circa 80 pagine, la meraviglia è diventata desiderio e spinta creativa. È una bellissima storia ambientata alla fine degli anni ’40 a Napoli, poi su un piroscafo in viaggio per New York e infine nella grande metropoli americana. I protagonisti sono due scugnizzi napoletani, Carmine e Celestina, che si imbarcano come clandestini per andare in America a raggiungere la sorella della bambina e cercare una nuova vita. (Gabriele Salvatores)
Dall’idea alla sceneggiatura
Dal trattamento di 80 pagine scritte da un giovane Federico Fellini non ancora famoso, agli esordi della sua incredibile carriera, quando il suo stile era ancora un po’ indifferenziato, Salvatores ricava una sceneggiatura più completa e dettagliata ma a suo dire molto fedele al testo originale. Il Film è ambientato nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria. I due protagonisti, Carmine e Celestina, due bambini soli senza famiglia e domicilio stabile, rispettivamente di 12 e 9 anni, tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata mesi prima. I due ragazzini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie, impareranno a chiamare casa.
Per la visione del trailer https://www.youtube.com/watch?v=jwoI74tpY8I
Il film
I due giovani attori Antonio Guerra e Dea Lanzano che impersonano Carmine e Celestina sono incredibilmente bravi nei loro toccanti ruoli. I primi piani dei loro visi sporchi, affamati e talora quasi sopraffatti dalle avversità di un periodo storico difficilissimo per la popolazione povera di Napoli, raggiungono la sensibilità dello spettatore più distaccato. Accanto a loro un inossidabile Pierfrancesco Favino, magico in ogni sua interpretazione, garanzia di riuscita per il film. Colpiscono inoltre intuizioni registiche e movimenti di cinepresa velocissimi ed originali negli squarci di una New York immaginaria ricreata a Cinecittà. Certo l’estro di Salvatores si percepisce come la sua denuncia a non dimenticare chi oggi è nella stessa condizione di fuga per un destino migliore. Ed il pubblico gradisce ancora il film nelle sale.
Emma Borella per http://LiveMedia24.com
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