Veronica Maya, impossibile non amarla
Da Unomattina a L’Italia che fa, passando per l’amatissimo Zecchino d’Oro. Veronica Maja l’abbiamo vista al timone di diverse trasmissioni, ogni volta conquistare il pubblico con la sua spontaneità.
Talento, bellezza, bravura, simpatia sono alcune delle caratteristiche che la contraddistinguono e che hanno permesso a Veronica Maya di diventare uno tra i volti più noti della televisione italiana: impossibile non amarla.
Dal 19 marzo è alla guida de La risposta giusta, game su Rai 2 che punta a raccontare l’Italia che non si ferma. Il programma dà spazio all’Italia più attiva in progetti di solidarietà, cultura, salvaguardia dell’ambiente, portando alla ribalta le storie e le esperienze di buone pratiche del nostro Paese, nel solco della sostenibilità.
Voleva fare la ballerina.
«Ho deciso di lavorare nello spettacolo all’età di cinque anni. L’ho deciso e l’ho fatto! Volevo essere una ballerina e, dopo anni di sacrifici, è stato il mio lavoro, quello più sudato e gratificante che potessi desiderare. La danza è una scuola di vita dove impegno e passione portano sempre a dei risultati, quelli che ho raggiunto con caparbietà anche negli altri ambiti artistici come tivù e cinema.»
Ha lavorato in teatro con Mario Monicelli, il più bel debutto che potesse desiderare.
«Ho debuttato in una pièce iconica quanto maschilista come Amici miei. Monicelli era rigoroso ma ironico. Ricordo vividamente le prove, così come la lunga tournée condivisa con Jerry Calà, Franco Oppini e Nini Salerno. Uno dei viaggi più belli e divertenti che potessi compiere nel panorama dei teatri italiani.»
Un percorso umano e professionale iniziato a Parigi, il giorno della presa della Bastiglia.
«È stato molto divertente nascere a Parigi e poter raccontare per una vita di essere nata a Parigi. E proprio il giorno della presa della Bastiglia, il 14 luglio! Dei natali rivoluzionari e scoppiettanti.»
Un’infanzia allegra, piena di opportunità e stimoli, per una ragazzina cresciuta in un luogo meraviglioso come la penisola sorrentina.
«A Sorrento, dai miei genitori ho avuto libertà, ne ho goduto e sono cresciuta benissimo. La costiera è il luogo delle mie radici, della mia memoria affettiva fatta di luoghi e persone che mi hanno aiutato ad essere ciò che sono oggi.»
Sapori, colori, tradizioni, ingegno, creatività, semplicità, rapporti umani. In una parola Napoli.
«Napoli è una città straordinaria, il suo patrimonio umano e artistico non esiste da nessun’altra parte. Per questo l’ho scelta per viverci. Però bisogna saperla gestire, attraversare. Amo la mia città, ma purtroppo leggo ancora troppo spesso pagine che mettono in risalto episodi di criminalità, maleducazione, mancato rispetto delle regole. Continuare a vedere ancora tre, quattro bambini senza casco con i genitori sul motorino… non mi rende certo orgogliosa del mio paese.»
Bisognerebbe riuscire a propagare un senso civico più diffuso.
«La scuola dovrebbe insistere maggiormente sul senso civico e i genitori dovrebbero seguire i propri figli dando loro buoni esempi. Trovo molta volgarità anche nel linguaggio in casa. Se sei in spiaggia e ascolti le conversazioni sotto l’ombrellone, ti rendi conto di come ci si parli male anche all’interno di una stessa famiglia.»
È sempre una questione di educazione. Un impegno quotidiano che richiede concentrazione, pazienza, testimonianza di vita.
«Se ai bambini già da piccoli si insegnano il romanticismo, la galanteria, il rispetto per una donna, probabilmente da adolescenti sapranno fare tesoro di quegli insegnamenti. Almeno me lo auguro.»
Una donna consapevole, realizzata, grata per i valori e le esperienze autentiche che continuano a trasmetterle.
«Mi piace ricevere attestati di stima, come credo faccia piacere a tutti. Quando qualcuno nota la mia sensibilità o la mia generosità, sicuramente mi gratifica molto.»
Sotto i riflettori dagli inizi del Duemila, Veronica Maya ha fatto della propria passone il lavoro che ha sempre sognato.
«Con questo lavoro hai la visibilità di chi può essere anche molto esposta e sono tante le persone, vicine e lontane, che spendono una parola per me. Non do mai per scontato un complimento. Mi fa sempre piacere riceverlo, come la prima volta.»
La bellezza è soggettiva e può avere diversi parametri di valutazione.
«Tante componenti diverse fanno di una persona una bella persona. Al di là dell’estetica, ritengo che gentilezza, educazione e capacità facciano di una donna una bella donna. Oggi mi sento più bella di allora perché ho acquisito sicurezza e consapevolezza, e non tornerei indietro.»
C’è ancora da lavorare ma la felicità è dietro l’angolo. Complice un tempo galantuomo e… un marito chirurgo plastico.
«Ho un rapporto sereno e disinvolto con la mia età. Mi trovo a mio agio nei panni di ex ventenne e, se il tempo dovesse avanzare troppo velocemente rispetto alla mia idea mentale, mi direi: “Abbiamo uno straordinario chirurgo plastico in famiglia e, senza eccedere, perché non ricorrere a lui!?”. Ad oggi sto bene in questo tempo, domani vedremo.»
Gino Morabito per LiveMedia24