C’è una città che forse ha sofferto più delle altre il lockdown: Venezia.
Ha sofferto più delle altre perché si è spenta, è andata in pausa. Si, è vero, come le altre città. Ma Venezia si è spogliata ed è piombata nel silenzio. Ha sofferto in prima persona.
Venezia locked down: isolata, chiusa, confinata, bloccata, detenuta, marginata.
Venezia è un palcoscenico su cui DEVONO recitare degli attori, che siano essi protagonisti o comparse. Se il palco è vuoto non c’è spettacolo. Non c’è commedia e non c’è tragedia.
Mai capitato di salire sul palco di qualche vecchio piccolo teatro? Quando alle prime esibizioni il terrore che qualcosa andasse storto ti faceva presentare lì ore prima che non c’era nemmeno il custode?
Quando mentre ripassi la parte o il pezzo, guardi l’elettricista che prova a posizionare le prese dove immagina serviranno per lo spettacolo?
Io ricordo di quelle occasioni l’odore di chiuso e muffa e lo scricchiolio delle assi di legno del palco, nell’assoluto silenzio del teatro vuoto, dove ogni rumore, però, era amplificato.
Allo stesso modo Venezia scricchiolava e quel rumore era ben udibile. Quel giorno.
Era ben udibile perché il vociare delle persone non c’era, perché il rumore dei motori delle barche non c’era, e perché Venezia rimbomba, se è vuota.
Se è vuota rimbombano i passi nelle calli strette, rimbombano le grida dei cocai nei campielli, rimbombano gli stridolii delle barche che si appoggiano alle briccole. Non ci si fa caso di solito, ma Venezia senza attori e senza pubblico rimbomba come un vecchio teatro vuoto.
La sensazione al primo impatto è stata proprio questa.
Poi in realtà la televisione accesa del residente superstite all’esodo verso la terraferma, la sirena dell’idroambulanza e l’ansia di dover respirare attraverso una mascherina, ad un certo punto, ti ricordano comunque che dovrai recitare la tua parte. Che sei andato a studiare le battute prima dell’inizio dello spettacolo. Che Venezia è piccola ma hai fatto solo qualche decina di metri.
#sonotuttiacasa tranne me e qualche forza dell’ordine. Non ci sono i turisti, non ci sono gli studenti, non ci sono i residenti e i lavoratori. Venezia è in lockdown.
Venezia è in silenzio e nuda. Imbarazzante situazione.
E scricchiola! Quindi non puoi non accorgerti di lei.
Ecco perché ha sofferto più delle altre città.
La voce e i vestiti di Venezia sono le persone. Ora ne sono certo.