Orbita, la stagione della danza
Sei appuntamenti per dieci progetti performativi, tre prime nazionali e una prima romana per un programma che accoglie le creazioni di artisti provenienti dall’Argentina, dall’Olanda, dal Regno Unito e, naturalmente, dall’Italia.
Nasce a Roma “Orbita”, una nuova stagione di danza con la direzione artistica di Spellbound, in collaborazione con la Fondazione Roma Tre Teatro Palladium, che intende mappare le realtà di punta della scena nazionale e internazionale della danza contemporanea, mettendo in relazione talenti emergenti e artisti affermati, e ripensare i processi artistici in un momento di forte complessità.
Un progetto che rispecchia la forte identità di Spellbound Contemporary Ballet, realtà da quasi trent’anni protagonista del processo di internazionalizzazione della danza e non solo. La prima edizione di Orbita si svolgerà al Teatro Palladium dal 25 marzo al 21 maggio e ogni spettacolo sarà preceduto da una serie di incontri fra gli artisti e il pubblico.
Le identità omosessuali e transessuali, gli effetti del colonialismo, l’esperienza pandemica, la violenza domestica, il rapporto fra memoria e stress post-traumatico, gli orizzonti del transumanesimo, l’omaggio a Pasolini e quello a Nigel Charnhock, fondatore della celebre compagnia DV8 – Physical Theatre sono le tematiche al centro di una programmazione che ospita lo “spettacolo fenomeno” Un Poyo Rojo, il trittico performativo/installativo di Enzo Cosimi, le prime nazionali della compagnia Spoken Movement e dei coreografi Phoebe Jewitt e Dunja Jocic, il progetto celebrativo di Marco D’Agostin.
Il Programma di “Orbita”
“Orbita” si apre il 25 marzo con uno spettacolo che dal 2008 ha entusiasmato il mondo intero andando in scena senza interruzioni, superando le 1400 repliche in oltre 30 paesi, con una media 120 rappresentazioni all’anno. È l’esplosivo Un Poyo Rojo, una coproduzione franco-argentina che unisce teatro, danza e performance acrobatica, firmata a sei mani dai coreografi, danzatori e attori Alfonso Barón, Luciano Rosso e Hermes Gaido. Nato nella periferia di Buenos Aires in un momento in cui la società argentina si divideva in modo radicale rispetto alla proposta di legge sui matrimoni omossessuali, Un Poyo Rojo mette in scena, due uomini che, nello spogliatoio di una palestra, si affrontano come due galli da combattimento: si scrutano, si squadrano, si provocano e alla fine si seducono. Fra divertimento e commozione, un invito libertario, giocoso e politico a esplorare tutto il ventaglio delle possibilità fisiche e spirituali dell’essere umano.
Il 2 aprile approda a “Orbita” Enzo Cosimi, uno dei coreografi e registi italiani più autorevoli della danza contemporanea internazionale, con tre progetti fra performance e installazione dal titolo Il corpo originiario – Sistemi polifonici installativi. Il primo pezzo, Off Label, si immerge nella transessualità dei corpi per indagare il percorso delle persone in transito e reinventare modalità per abitare lo spazio fisico, urbano e sociale. Quelle di Off Label sono storie che riverberano nuovi paesaggi dell’animo umano.
Con il secondo pezzo, Visione Africana, Cosimi riporta invece alla luce, in una folgorazione visiva e ipnotica, i fantasmi dell’Africa, dalla schiavitù al colonialismo passato e recente, rievocando la forza ancestrale di un continente violentato, che si sottrae, attraverso l’opacità del suo sguardo e la potenza della visione magica e simbolica, all’istanza funzionalista del pensiero occidentale. The Respirator, infine, si confronta con le angosce scaturite dall’esperienza pandemica mettendo in scena la relazione fra una voce neutra che legge il referto medico di una paziente attaccata a un respiratore artificiale e un corpo iper-performante, in uno straniante cortocircuito tra atmosfera mortifera e vitalità erotica.
Il giorno seguente, 3 aprile, la Compagnia Enzo Cosimi torna sul palco del Teatro Palladium con Pasolini/Elogio alla barbarie, un progetto speciale per il centenario della nascita del poeta friulano. Per l’occasione, il coreografo romano ha riallestito Bastard Sunday, una sua creazione del 2003 che amplifica e viviseziona, attraverso un’impalcatura drammaturgica, la visione poetica pasoliniana, aprendola ad una complessità inedita. La collaborazione del musicista e compositore berlinese Robert Lippok dei To Rococo Rot, artista tra i più interessanti e innovativi della scena musicale elettronica europea, rende ancora più astratta, sospesa e rarefatta l’ambientazione di Bastard Sunday.
Doppio programma serale con ben due prime nazionali invece per l’appuntamento del 21 aprile. La serata accoglie due giovani coreografi, entrambi premiati come migliori autori nel 2019 e 2020 al Premio Internazionale di Copenaghen. L’afrodiscendente Kwame Asafo-Adjei firma per la compagnia Spoken Movement lo spettacolo Family Honor, che fra teatro e danza hip-hop affronta il tema della violenza domestica, attraverso la ribellione di una giovane donna alle costrizioni familiari. Subito dopo, andrà in scena la creazione del coreografo inglese di nascita ma cresciuto fra Filippine e Indonesia Phoebe Jewitt: For Old Times’ Sake si ispira alle più recenti ricerche sulla cura del disturbo da stress post-traumatico per esplorare le modificazioni della memoria. Uno spettacolo vertiginoso in cui lo spettatore si ritrova di fronte a una percezione alterata dello spazio e del tempo.
Il 28 aprile al Palladium arriva invece uno dei protagonisti della new wave coreografica italiana, Marco D’Agostin, che presenta a Orbita l’unico spettacolo italiano presentato alla Biennale di Venezia e che vanta la nomination al Premio Ubu 2021: Best Regards è una lettera, un omaggio al coreografo britannico Nigel Charnhock, scomparso nel 2012, fra i fondatori della celebre compagnia DV8 – Physical Theatre. D’Agostin gli rende omaggio con un one man show di azioni cantate, recitate e coreografiche. “Best Regards è la lettera che scrivo, con 8 anni di ritardo, a qualcuno che non risponderà mai. È un modo per dire: ’Dear N, I wanted to be too much too’”.
Il programma della prima edizione di Orbita si chiude con un’altra prima nazionale e lo sguardo rivolto verso il futuro dell’umanità. Il 21 maggio la coreografa di origine serba ma di stanza ad Amsterdam Dunja Jocic presenta The Previous Owner, uno spettacolo che esplora il tema del transumanesimo: nel prossimo futuro, la mente di un uomo morente viene installata su un corpo giovane, accendendo così una lotta sull’identità e l’appartenenza di questa nuova creatura. Subito a seguire, la Jocic presenterà al pubblico del Palladium anche il cortometraggio d’animazione Bird, diretto insieme al regista Marinus Groothof.
Info
Botteghino Teatro Palladium – aperto due ore prima dello spettacolo
Piazza Bartolomeo Romano, 8 – Roma – Tel: 06 5733 2772
Biglietti
Intero 15; ridotto 12€; ridotto studenti 8 €
Info, prenotazioni e abbonamenti
tel. 06 69426222
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