La mia Africa, l’unconventional folk de “I Beddi” per il diritto all’identità
Espressione unica del Sicily unconventional folk, I Beddi insieme a Ture Most pubblicano La mia Africa (Mhodì Music Company).
“I Beddi” Freschi, moderni, innovativi. Continuano a far discutere e a spiazzare affrontando una tematica di stringente attualità.
La mia Africa è un singolo che testimonia la presa di coscienza e l’impegno sociale della band di Mimì Sterrantino, Davide Urso & Co. Un brano confezionato con un sound volutamente brioso che spazia dall’afro beat all’indie pop fino a sfiorare il cantautorato siciliano moderno.
A un anno dall’uscita di Sugnu latru, I Beddi tornano con il loro inconfondibile unconventional folk. Sonorità che risultano sempre più contaminate, via via che i temi da trattare diventano universali. Cantano in italiano, francese, siculo. Perché, per narrare la vicenda del ragazzo morto nel Mediterraneo con una pagella cucita nella giacca, non basta un genere musicale né una sola lingua.
«Il Mediterraneo, il nostro amato mare, è diventato un oceano di sofferenza, di disumanità. Nel nome di uno straziante realismo che non vogliamo più avallare, nemmeno con il nostro silenzio.» spiega Davide Urso «Forse non saremo in grado di dare un nome a quel ragazzo partito con sogni, desideri e voglia di riscatto. Ma sicuramente possiamo dare dignità alla sua storia.»
La mia Africa è un atto di testimonianza fortemente voluto. Perché è ancora necessario parlare del fenomeno migratorio che vede quel mare, il nostro, come un muro da scavalcare ad ogni costo. Una porta da abbattere anche a mani nude, se necessario. Ispirati dal lavoro del Labanof (Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’Università statale di Milano) e di altre istituzioni che lottano per restituire l’identità ai morti nel Mediterraneo, I Beddi insieme a Ture Most hanno provato a raccontare una storia. Una fra le tante. Ma che ha segnato le loro anime per sempre.
Fuori dal 19 maggio, il singolo La mia Africa è pubblicato da Mhodì Music Company di Giuseppe Strazzeri e distribuito digitalmente da You Independent. Scritto con Ture Most (pseudonimo di Salvatore Mostaccio), autore dei versi rap, il testo è firmato da Davide Urso per Il Tamburo di Aci. Il video, realizzato nella splendida Letojanni (ME) con il patrocinio del Comune, è disponibile al link https://www.youtube.com/watch?v=HyHQZXcsTEo.
Nel brano hanno suonato I Beddi: Mimì Sterrantino (voce, chitarra acustica e dodici corde, armonica) e Davide Urso (voce recitante, tamburi a cornice, mandolino). E ancora Giampaolo Nunzio (voce, organetto, zampogna, friscalettu e fiati, bouzouki); Ottavio Leo (basso elettrico); Alessio Carastro (batteria e percussioni); Francesco Frudà (chitarra elettrica). Con la new entry Noemi Carpinato (voce).
La band di Quannu viru a tia è costruita attorno a musicisti poliedrici appartenenti a mondi artistici e sonori differenti. Il risultato è un folk leggero che sconfina nel blues, nel cantautorato più celebrato nel nostro Stivale, nel country americano. Un’intensa attività concertistica che ha visto la partecipazione de I Beddi a numerosi festival e tournée in Italia e all’estero. Originali, sia nell’espressività del sound, sia nelle tematiche letterarie proposte, non chiamateli folksinger.
Per maggiori informazioni e approfondimenti si rimanda al sito ufficiale del gruppo restando costantemente aggiornati tramite i diversi canali social della band.
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