Michela Brambilla: gli animali sono nostri fratelli, amiamoli e rispettiamoli
Da sempre impegnata a difesa degli animali, l'Onorevole Michela Brambilla è anche autrice di molti libri dedicati ai nostri amici a quattro zampe.
LiveMedia24 ha il piacere di accogliere l’Onorevole Michela Brambilla, una vita in difesa degli animali.
Da sempre attenta alla loro salvaguardia, l’Onorevole Michela Brambilla ci parla di tutto ciò che ha attuato per loro, negli anni.
Consigli e libri realizzati per loro, in questa nostra intervista, in cui l’Onorevole ci mostra il suo lato al di là della politica.
La ringraziamo per aver accolto l’invito di LiveMedia24, Onorevole Brambilla, come procede il suo vissuto?
Procede molto bene, anche se non è facile riuscire a portare avanti il mio impegno nella difesa degli animali e dell’ambiente, insieme all’impegno legato alla politica. Talune volte, poi, razionalizzo sul fatto che la giornata sia di 24h e resto fiduciosa, mi rendo conto di riuscire.
Da qualche tempo, Onorevole, lei è Presidente della lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente, per l’appunto. Quale messaggio vuole lanciare a chi avrà modo di leggerla?
Tutto ebbe vita ben tredici anni fa, fondando la sezione lecchese della Lega antivivisezionista lombarda. Decisivo, poi, è stato l’incontro con il leader Kim Buti, signore inglese di grande carisma. Mi aprì gli occhi sulle crudeltà dell’uomo nei confronti degli altri esseri viventi. Molta acqua ne è passata sotto i ponti, da quel giorno, ma il messaggio è lo stesso: gli animali sono nostri fratelli, amiamoli e rispettiamoli.
Ha realizzato anche un libro, “Dalla parte degli animali”, per Mondadori, per poi condurre anche un programma che porta lo stesso nome. Come ha avuto vita il tutto?
“Manifesto animalista” era stato già pubblicato per Mondadori. “Dalla parte degli animali” nasce, invece, dall’esperienza della trasmissione omonima, giunta alla settima stagione. L’idea di trovare loro casa piacque molto a Berlusconi, che mi appoggiò subito.
Cosa possiamo fare, ulteriormente, per poter tutelare o comunque supportare la sua causa?
Si potrebbe, ad esempio, rendere effettiva l’applicazione della legge 281/1991 sugli animali d’affezione. In tal modo si responsabilizzerebbero i proprietari, Asl, Comuni e Regioni. Includere nella famiglia anagrafica anche gli animali e uniformare le regole sull’accesso nei luoghi pubblici e aperti al pubblico. Si potrebbe agire sulla leva fiscale per ridurre i costi della convivenza con gli animali, oggi elevati.
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Alessia Giallonardo per LiveMedia24
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