Noi viviamo di sport: lo sport scende in piazza
Noi viviamo di sport: il Mondo dello sport scende in piazza per protestare contro le chiusure imposte dall’ultimo DPCM. Una manifestazione civile, ordinata, in sicurezza ma con tanta determinazione. Questa è stata “Palestra sicura”.
Associazioni, Società sportive dilettantistiche, gestori di centri sportivi, palestre, scuole di danza, arti marziali e moltissimi altri sport, si sono radunati a Padova, per esprimere il loro disagio, dopo la chiusura imposta dall’ultimo DPCM.
Anche CSA Nazionale era presente per esprimere la sua massima solidarietà a tutte le associazioni e società sportive affiliate e non affiliate, perché in questo momento lo sport deve, come non mai, restare unito.
Roberto Lovison, presidente di CSA Nazionale << Nessuno nega la presenza del virus ed è giusto che ci sia la giusta attenzione sul problema. E’ inaccettabile, però che a rimetterci sia il mondo dello sport, essenziale per mantenere le persone attive ed in salute. Fare attività motoria e sportiva, aiuta ad alzare le difese immunitarie. Pensiamo alle diverse fasce d’età, di atleti ed utenti, che saranno colpite da questo provvedimento. Bambini e adolescenti che perdono un diritto fondamentale, aumentando il tasso di abbandono dello sport e avvicinandoli a situazioni sociali rischiose. Adulti e anziani con patologie, che non avranno il diritto di mantenersi in salute, con gli ovvi aggravi sul sistema sanitario. Un disastro >>.
Sulla stessa linea d’onda anche il segretario nazionale del nostro coordinamento, Diego Baldan << E’ intollerabile, sentire dalla voce del Premier Conte, di essere declassati come attività non essenziale, alla luce di quanto appena esposto dal nostro presidente nazionale. E’ intollerabile, ricevere ultimatum parternalistici sempre dallo stesso Conte, sul rispetto delle regole da parte del mondo sportivo. Il Signor Conte, forse, non sa, che siamo abituati alla disciplina e alle regole, che abbiamo il senso del dovere e che tutte le palestre e i centri sportivi, erano in regola. Quanto dico avvalorato dai controlli degli organi preposti. In regola grazie alle spese sostenute, con spirito di sacrificio dalle nostre associazioni e mai ristorate con contributi specifici da questo governo. I contributi dati sono un piccolo palliativo. Il mondo sportivo, non vuole la questua, vuole operare, in sicurezza e vuole svolgere le proprie attività essenziali.”
Noi viviamo di sport: lo sport scende in piazza a Padova per protestare contro le chiusure imposte dall’ultimo DPCM.
Ad aggiungersi al coro di proteste anche diverse nostre associazioni, presenti in piazza.
Carlotta Costatino e Giovanna Leyva di Sport Solidale SSD << La nostra realtà, è fondamentale, per far fare attività a tantissime persone della terza età, che migliorano di giorno in giorno il loro stato di salute psico fisico, grazie al nostro impegno. Questa però, secondo il governo, non è considerata attività utile a livello sanitario, pur essendoci, non con poca fatica e costante impegno, sostituiti alla Provincia, nell’erogare questi servizi fondamentali per gli utenti, di questa fascia d’età, di tutto il territorio padovano. Abbiamo scritto sia al Governatore Zaia, sia al Ministro Spadafora per renderli consapevoli del grave danno che verrà fatto ad una fascia di popolazione che ha necessità di fare attività motoria. E noi la facciamo in massima sicurezza, seguendo protocolli rigidi>>
Fabrizio Masiero, portavoce dell’Associazione sportiva dilettantistica il Salice <<Siamo qui per lo sport, per la salute dei nostri allievi, perché riaprano le palestre che permettono di far stare in salute le persone. Son palestre sanificate con tutti i dispositivi che ci hanno fatto comprare. La salute è un diritto umano!!!>>
Antonio Baldan, presidente della ASD Uno a Cento << Noi organizziamo attività sportive per tutte le età, ma soprattutto per i bambini ed adolescenti, per diversi comuni del territorio. Il nostro sforzo per mettere tutte le attività in sicurezza è stato notevole, sia dal punto di vista organizzativo, sia dal punto di vista economico. Per cosa? Il nostro impegno, di evitare il tasso di abbandono dello sport da parte dei ragazzi viene vanificato da una norma senza senso, questo perché il Governo, non ha ben programmato il sistema sanitario e ne aveva tutto il tempo. Paghiamo, perché, come sempre veniamo considerati come attività di serie B. >>
Il Governo ha chiuso le attività sportive, non su basi scientifiche (nel nostro settore i livelli di contagio sono ampiamente sotto l’1%, grazie ai protocolli e alle sanificazioni costanti) ma su basi economiche, ritenendo il nostro settore non essenziale.
CSA stigmatizza, questa visione dello sport e presa di posizione del Governo, anche questa posizione è errata, perché l’indotto del mondo sportivo è molto più ampio ed articolato, basti pensare, ad esempio, la forte correlazione tra attività fisica, motoria e sportiva e il sistema sanitario.
E senza dimenticare tutte quelle aziende, che lavorano per il mondo dello sport, anche loro colpite dalla nostra crisi e a cui esprimiamo la massima solidarietà.
Ma noi ci siamo e combatteremo su tutti i fronti istituzionali per voi. #wearecsa
Articolo e foto a cura di CSA Nazionale.